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Un invito a organizzarsi

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a 50 anni da "Lettera a una professoressa"

Di: AA.VV., Don Lorenzo Milani

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Scheda dettagliata

Per accendere la miccia di questa provocazione si sono raccolte le testimonianze di genitori che hanno deciso di fare il loro sforzo per riappropriarsi della sovranità genitoriale secondo quanto stabilito dall’art.30 della costituzione.
Sull'idea di Scuola come Uso Civico abbiamo chiesto il parere di insegnati della scuola pubblica, di famosi esperti pedagogisti come Tullio De Mauro che ci ha mandato uno degli ultimi interventi prima della sua morte e poi Eraldo Affinati, Sandro Lagomarsini e altri.

Dal 1967 a ora la Lettera è stata interpretata spesso come una spina nel fianco della scuola di stato per riformarla. Ne sono derivati dei tentativi monchi perché il messaggio della Lettera non è riformatore ma rivoluzionario.
Infatti la professoressa Vera Spadoni a cui la lettera era indirizzata era una delle migliori insegnanti della scuola di stato, una sua ideale rappresentante, stimata dai suoi alunni.
Un’interpretazione che finora non ha avuto corso è che la Lettera sia un manifesto a favore di un altro tipo di scuola pubblica nè di stato nè privata.
L’Art. 30 della nostra Costituzione recita “ è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli”.
Come può la repubblica garantire questo diritto anche agli ultimi, ai privi di mezzi economici e culturali?
La risposta a questa domanda rende il Manifesto della Scuola di Barbiana ancora profondamente attuale e chiede allo stato di rinunciare al suo monopolio sulla scuola pubblica accontentandosi di orientare, porre un freno alle ingiustizie, liberalizzando i comportamenti virtuosi.

 

 

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