Giuseppe Sandri

 

Giuseppe Sandri nasce a Castel Viscardo, vicino a Orvieto, nel 1906. Studia nel seminario romano con la guida di don Giuseppe De Luca. Nel 1928 diventa prete e lavora alla Sacra Congregazione delle Università. Nel 1932 un incontro di don De Luca con don Sandri cambiò completamente la vita di quest’ultimo. “Il discorso riguardò la Chiesa e l’essenza del vivere cristiano “senza frange, né toppe” e senza quell’”aureola di autorità”, data... dal sacerdozio ordinato. Alla fine... la questione fu riassunta da De Luca in tre soli punti: primo punto, fondante, amore incondizionato per Gesù; secondo punto, fede fermissima nella presenza reale di Gesù nell’ostia consacrata; terzo punto, fedeltà senza limiti al “Grande Capo”, che nella propria persona esprime l’unità di tutta la Chiesa….Senonchè il giovane interpellante avrebbe chiesto all’autorevole insegnante: “E tutto il resto???”. “Fottitenne!” fu la meridionalissima risposta…La lezione fu applicata alla lettera, molto al di là delle intenzioni dello stesso De Luca, con un radicalismo quale si riscontra talora nella vita di taluni santi.” (Bailamme, n° 5/6 – 89)
Per un periodo Sandri visse da prete senza fissa dimora rimediando il pranzo in una mensa per i poveri facendo pazientemente la fila, poi andava nella parrocchia di Sant’Eusebio all’Esquilino dove confessava dalle due alle otto di sera. Qualche parrocchiano, nel rientrare a casa per cena lo vedeva sotto un lampione a cantare a voce spiegata le lodi del Signore e a recitare il breviario, segno che dove dormiva non c’era luce elettrica.
Nel 1949 chiede la riduzione allo stato laico per vivere senza nessun appoggio, soltanto affidandosi alla volontà del Padre e parlare con la sola autorità della fede. Poi comincia la sua vita di eremita invernale (a tradurre i Vangeli e San Paolo) e vagabondo estivo (ad annunciare il Regno di Dio) sulle strade della penisola. Muore il 30 marzo 1985 a 79 anni a Pompei in casa di fratelli di fede.
Di Giuseppe Sandri la L. E. F. ha pubblicato traduzione e commenti alle lettere di San Paolo, la traduzione dei Vangeli e sta per pubblicare le “Conversazioni sul Regno di Dio” registrate a sua insaputa.

 

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