Agricoltura di guerra

Agricoltura di guerra

Un racconto (molto) contemporaneo

Di: Luis J. Carlos Barbato

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Scheda dettagliata

Tre persone, in tre momenti diversi, pongono la stessa domanda:

Come si fa a coltivare per sopravvivere, senza dipendere da niente e da nessuno?”

Questo racconto – reale, urgente, intimo – nasce da un interrogativo semplice e radicale, che sempre più spesso affiora tra chi percepisce un mondo instabile e si interroga sul futuro. L’autore, agroecologo e formatore, non risponde con teorie astratte, ma con un’esperienza vissuta: una narrazione personale che attraversa ricordi, incontri, dubbi e verità agricole dimenticate.

Tra mani nella terra e consapevolezze maturate sul campo, si delinea un cammino fatto di scelte etiche, saperi antichi e pratiche essenziali per vivere e nutrire – in senso fisico, culturale e spirituale.

"Agricoltura di guerra" non è un manuale, né un saggio. È un racconto contemporaneo che parla di futuro con le parole del passato.

Per chi sente l’urgenza di prepararsi, ma soprattutto per chi vuole semplicemente tornare a coltivare ciò che conta.

 

Luis. J. Carlos Barbato: Agroecologo, ecologo umano e ruale, già docente universitario e formatore, ha operato per decenni come libero professionista nel campo della formazione ambientale e dell'agricoltura sostenibile. Nato in Argentina settantacinque anni fa da una famiglia di emigrati italiani, cresce tra due mondi, sviluppando fin da giovane un forte senso critico verso i modelli educativi tradizionali. Dopo una laurea in Scienze Agrarie, una in Urbanistica e pianificazione territoriale e una in Ecologia ed Etologia per la conservazione della natura, ed una triennale in Giurisprudenza indirizzo ambientale ed agrario, si dedica con passione a trasmettere ai giovani l’amore per la Cultura della Terra e per la Natura, convinto che educare significhi soprattutto accendere curiosità e consapevolezza sviluppando pratiche di ‘agricoltura mite’ ed ‘ecocompatibile’. Viaggiatore instancabile, osservatore attento dell’Uomo e del suo rapporto con la Terra, è stato anche per quindici anni ricercatore scientifico. Ha partecipato a missioni FAO/OMS e nel deserto yemenita ha avuto modo di apprendere, attraverso la frequentazione a corsi con studiosi locali, una visione profonda e sapienziale dell’esistenza, che definisce “l’arte dell’ultima Domanda e dell’ultima Risposta”. Divoratore di libri e instancabile camminatore nei paesaggi dell’anima e della terra, ama ripetere ciò che comporta la fame del Sapere: «Non bisogna smettere di chiedersi quando l’Uomo potrà fare l’ultima domanda e dare l’ultima risposta

Vive nella città del bosco sommerso: Venezia.

 

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