La fine del mondo nella tradizione popolare

La fine del mondo nella tradizione popolare

Di: Carlo Lapucci, Guidalberto Bormolini

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Scheda dettagliata

l mondo popolare ormai ci guarda di lontano e sempre più difficile è identificarlo oggi, in una società frullata e manipolata dalla rivoluzione industriale e postindustriale con la base culturale fatta da Google.

Ci rimane tuttavia un modello a cui rifarsi nella considerazione di un evento sproporzionato
per la mente umana ed è l’atteggiamento religioso, morale, psicologico
di una profonda serietà nella consapevolezza umile della fine inevitabile, mimetizzata da uno scanzonato disincanto verso i profeti di sventura e le loro allucinate figurazioni ed esibizioni di
dati orripilanti riguardo a cose che nessuno sa né potrà mai sapere, garante Cristo.
Una consapevole fragilità, sorretta dalla serena fiducia nel Creatore e nel Creato, una trascendenza con i piedi per terra e un’immanenza con gli occhi al cielo; uno scetticismo poco convinto euna fede sospesa sul dubbio.

 

 

Carlo Lapucci: vive a Firenze dove insegna.Si è occupato di letteratura
studiando il problema della traduzione. Ha diretto la rivista “Le lingue
del Mondo” e ha collaborato con numerose case editrici tra cui Garzanti
e Mondadori. Ha partecipato come esperto alla trasmissione di Radiodue
“La luna nel pozzo”.
Attualmente collabora con giornali e riviste tra cui “Il Sole 24 ore”, “Toscana
oggi”, “La Nazione”, “Studi piemontesi”, “Erba d’Arno”, “Il Caffè
illustrato”.

 

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